Introduzione della pubblicazione ” Homo Rarus: un incontro tra padri “

Introduzione della pubblicazione ” Homo Rarus: un incontro tra padri “

HOMO RARUS: un incontro tra padri

La forma del cuore editrice, Piacenza, 2013

A cura di Maurizio Bosio
Collaborazione di Laura Cortimiglia, Paolo Rossetti e don Pietro Cesena

INDICE

1. Introduzione

2. Metodologia

3. Interventi dei partecipanti

4. Sintesi degli argomenti e brevi commenti

5. Indice analitico degli argomenti

INTRODUZIONE

Essere padri, oggi, significa confrontarsi con una complessità che nessuna generazione precedente ha dovuto affrontare. Ogni parola e ogni azione del padre rappresentano una forma di comunicazione con i figli, un’occasione di necessario confronto in cui la varietà dei fattori in gioco viene complicata dal fattore tempo che accelera la trasformazione dei mezzi di comunicazione, la velocità di crescita e maturazione dei figli, la velocità dei cambiamenti della società “liquida” e del ruolo materno, a fronte di un tempo lavorativo sempre maggiore e di un tempo sempre più scarso destinato alla riflessione e alle relazioni intrafamiliari.
Il padre sensibile ai molteplici bisogni dei figli è un uomo che soffre per le difficoltà che incontra svolgendo il suo ruolo, oppure è un uomo sfiduciato, o un uomo che scappa dalle sue responsabilità.
Alcuni padri appartenenti al primo gruppo, i padri che respingono la “peste” della distrazione e del mito dell’eterna giovinezza alla Peter Pan (1), hanno lasciato le loro città, similmente ai protagonisti del Decameron del Boccaccio in fuga dalla vera peste, per raccogliersi nell’antica pieve di Verdeto (Piacenza) e interrogarsi, coraggiosamente, sul loro essere padre, oggi.
Poiché umana cosa è aver compassione degli afflitti (2), e poiché conforto doversi più tosto porgere dove il bisogno apparisce maggiore, sì perché più utilità vi farà e sì ancora perché vi fia più caro avuto (3), i padri hanno condiviso preoccupazioni e sofferenze con la parola detta in libertà e verità, l’unica parola a sostentamento della nostra sanità e vita (4).
Non paia fuori luogo il richiamo alla peste con la citazione del Boccaccio: il calo di virilità dell’uomo e del padre in particolare, la perdita del senso e del ruolo della paternità, hanno i caratteri di un morbo diffusivo e potenzialmente mortale per la nostra società.
Una società senza padri diventa preda del soggettivismo, del narcisismo, dell’ansia incontrollabile, della protesta improduttiva: se mancano i termini del confronto e la forza delle tradizioni i figli non possono crescere, non hanno futuro.
In questa prospettiva dai colori cupi si situa l’inquietudine e la sofferenza dell’uomo che riesamina, con i suoi pari, luci e ombre della sua paternità, fornendo l’occasione di un confronto indiretto ad altri padri, non coinvolti nell’esperienza, e motivi di riflessione a chi è interessato alle tematiche emerse dall’incontro dei protagonisti.

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(1) Cucci Giovanni, La crisi dell’adulto. La sindrome di Peter Pan. Cittadella ed., Assisi, 2012
(2) Decameron, Proemio, incipit
(3) ibidem, 8
(4) ibidem X concl., 3

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