Relazione di Maurizio Bosio al Convegno “Il cibo per dirlo: il corpo tra nutrimento e cambiamento”

Relazione di Maurizio Bosio al Convegno “Il cibo per dirlo: il corpo tra nutrimento e cambiamento”

Presentiamo un estratto dell’introduzione della Relazione di Maurizio Bosio al Convegno “Il cibo per dirlo: il corpo tra nutrimento e cambiamento“, Dipartimento di salute mentale A.O. di Legnano, programma innovativo regionale “Intervento multidisciplinare integrato per i Disturbi del comportamento alimentare”  , tenutasi a Legnano il 15 novembre 2012. L’intervento del Presidente dell’Associazione Eumenidi ha come titolo “La potenza delle immagini”.
Il testo dell’intera relazione è scaricabile qui.

paura vuoto“Anoressia vuol dire mancanza d’appetito, ma io non la definirei tale. Il mio problema va ben oltre l’appetito, è qualcosa di più profondo, di ben più grande: io sono stata nel vuoto.
Non c’è bellezza nell’anoressia, non c’è bellezza nel sentirsi morti e schiacciati da un peso enorme, non c’è bellezza nel perdere la libertà. Nessuno ricercherebbe il bello dentro una condizione di malessere estremo, d’inadeguatezza, di dolore, eppure c’è chi lo fa, chi si rifugia in un ideale di bellezza falso e sbagliato, che può essere fatale e fare così male da desiderare  di seppellirsi in un vortice buio, di sparire dagli occhi del mondo e di rifugiarsi  dentro la propria mente che inganna: “Magro è bello, e bello è felice, è la realizzazione di se stessi, e tu devi essere la più magra,  devi pesare meno di tutte, devi essere un esempio unico di quella che è la condizione perfetta di una ragazza!”. Ecco cosa ti spinge a rifiutare il cibo, a sottoporti a sforzi estremi, a non avere un attimo di pace, a morire; sì, perché non si muore solo col corpo, ma anche con l’anima, e quando l’anima muore i sensi si inibiscono, il cuore batte senza ritmo, e il cervello lavora solo per calcolare calorie. Per andare a scuola ho sempre fatto la stessa strada, un lungo viale con alberi di ciliegio che in primavera fiorivano di rosa ed erano bellissimi, e poi, quasi ad un tratto, quegli alberi erano diventati tutti grigi, color della cenere, e come loro tutto ciò che gli stava attorno. Poi, dopo un anno e mezzo di cura e di assenza dalla scuola, ho ripercorso quella strada, ma non era più la stessa…. le foglie erano tornate verdi e i fiori color rosa,  il cielo azzurro e l’erba brillante, e allora ho capito che la mia anima stava tornando a vivere, che potevo vedere di nuovo la bellezza intorno a me: non era il paesaggio ad essere cambiato, ero io. La forza della bellezza stessa mi ha dato la carica per continuare nella mia lotta, per credere che anche io mi meritavo una vita a colori”.

Scarica il testo integrale della relazione.

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