VERDETO (25 GIUGNO e 17 SETTEMBRE 2023)

VERDETO (25 GIUGNO e 17 SETTEMBRE 2023)

25 GIUGNO

Chiudiamo oggi il sedicesimo anno sociale dell’Associazione proseguendo la riflessione sui temi conduttori della vita personale e sociale che ne influenzano profondamente la qualità, favorendo la salute o la malattia.

Nell’incontro d’inizio dell’anno sociale, nel settembre 2022, abbiamo preso in considerazione gli effetti dei nostri desideri sulla formazione dell’identità personale e sulla nostra salute.

Oggi prendiamo le mosse dalla consapevolezza che i nostri desideri influenzano le nostre scelte, i nostri investimenti affettivi ed esistenziali, e prendiamo in considerazione la possibilità che un avvenimento imprevisto possa interferire con essi in modo drammatico e potenzialmente decisivo per la nostra vita.

Lo facciamo vivendo in modo indiretto l’esperienza di una persona, Sara Stojkovic,  che ha saputo affrontare l’erompere nella sua vita di un imprevisto drammatico che ne ha completamente modificato il percorso:

Ricomincio da qui

“Voglio parlare di “Ricomincio da qui” poiché ritengo importante la condivisione e la divulgazione come apprendimento, come forma di forza. Ricomincio da qui è prima di tutto un libro che racconta storie. Storie di vita realmente vissuta di persone la cui esistenza è stata ribaltata profondamente sin dalla nascita o da incidenti o malattie.

Dopodiché, racconta anche la felicità attraverso delle fotografie. La fotografia in questo volume è importante per testimoniare la gioia ritrovata nelle persone. Per dimostrare la verità del presente. Ma… per me era altrettanto importante raccontare anche il come è successo, il come si è arrivati fino a qui e tutto questo una fotografia da sola non lo può raccontare. Il passato, il dolore, la trasformazione e la rinascita sono un percorso talmente lungo e tortuoso che una singola foto non riesce ad immortalare, non riesce a raccontare tutta una vita di una persona. Ma la felicità del suo presente si. Per questo è un libro per me narrativo e in secondo aspetto anche fotografico: perché una cosa accompagna l’altra e insieme creano la loro forza. Non sappiamo mai quale sia il nostro limite di sopportazione e che cosa diventeremo, che cosa faremo se e quando tutti i nostri progetti, i nostri sogni e speranze vengono distrutti. Ognuno ha un suo limite di sopportazione, una soglia del dolore che la maggior parte delle persone non scoprirà mai. Ma, ci sono altri che purtroppo arrivano a dover sopportare proprio oltre il loro limite. E quando la vita che avevi pianificato, che avevi organizzato finisce? Che cosa succede? Come puoi affrontare tanto dolore? E soprattutto, puoi farlo? O peggio ancora: come puoi aiutare se tutto questo succede a chi ami? Voglio dare in mano gli strumenti per aiutarti ed essere di aiuto a chi più ne ha bisogno. “Ricomincio da qui” è la risposta a questa domanda. Sì. Puoi farlo. E’ facile? E’ maledettamente difficile. È come un rinascere, un ricostruire tutto da capo. E’ quasi impossibile a volte… ma si, ce la possiamo fare. Ce la puoi fare a superare questo “impossibile”.

39 storie di vita vera con 39 esempi di qualsiasi cosa possa accadere nella vita.

39 possibilità di aggrapparvici e trovare la forza, lo stimolo, la complicità per rinascere, per ricominciare da qui. Ogni giorno è un giorno che da questa possibilità. Oltre al fondo, una volta caduti negli abissi, non si può fare altro che ritornare su.

“Ricomincio da qui” fa capire quanto siamo utili oltre che a noi stessi, ma anche agli altri. Quanto bene possiamo fare e quanti strumenti di forza possiamo dare a chi ne ha più bisogno. Nessuno in questo libro ha gioito in ciò che gli è successo. Nessuno ha detto: “Menomale mi è accaduto questo…” no. Ognuno di noi, presente con la sua storia, se potesse tornare indietro e cambiare le cose lo farebbe. Ma, tornare indietro non si può. Il passato non cambia, ma il nostro presente sì. Possiamo cambiarlo, migliorarlo… rivoluzionarlo. E si sa, le rivoluzioni non chiedono il permesso, distruggono tutto. Ma dalle ceneri, possiamo rinascere come la nostra fenice di fuoco che abbiamo dentro.

“Ricomincio da qui” abbatte le barriere del -non ce la faccio- e dà l’opportunità di diventare persone nuove e raggiungere la nostra felicità a qualunque costo.

Invito di trovare il tempo per leggere questo libro per poter capire quello che sto scrivendo in questa piccola presentazione. “Ricomincio da qui” è una forza per chiunque. Dà gli strumenti a tutti per sensibilizzare, empatizzare e soprattutto, insegna ad affrontare ogni ostacolo che la vita ci pone e a visualizzarlo come ostacolo da superare e non come problema incolmabile.

“Sii come un piantina forte che si adatta alle conseguenze della vita”. Questa frase è diventata il mio motto e ad oggi, nonostante tutto quello che mi è successo, nonostante tutto quello che è accaduto ai protagonisti del libro, possiamo dire di si alla domanda: “Siete felici?”.

Quindi, dopo la lettura, scoprirete che potrete trovarci, parlarci, prendere spunto, ispirazione o semplicemente conoscerci per diventare più forti tutti insieme. Non sono solo parole. “Ricomincio da qui” è incredibilmente reale. Esempi da tutta Italia dimostreranno che al nonostante tutto, si può ogni cosa. “Ricomincio da qui” oltre ad essere un libro divulgativo, è anche un libro fotografico.

Ogni fotografia impressa in queste pagine dimostra la felicità di tutti i personaggi presenti al suo interno. Ogni foto è il presente che dimostra quanta forza ci è voluta per ritrovare quel sorriso stampato su un foglio di carta.

Io sono una fotografa. Non sono una scrittrice, ma ho voluto raccontare la mia storia e le altre 38 storie per riuscire a vincere una battaglia molto semplice e al tempo stesso difficile e articolata: quella di essere di aiuto a qualcuno. Se un giorno mi arriverà mai un messaggio con su scritto che “Ricomincio da qui” sarà stato utile a far rinascere, io avrò vinto e con me, tutti noi. Come dicevo, sono una fotografa con una missione: testimoniare la felicità. Ho intrapreso il mio percorso fotografico rivoluzionando anche il mio lavoro stesso, diventando una fotografa d’autore. In ogni progetto presente e futuro, racconterò quanto è bella la vita nonostante tutto. Racconterò come possiamo essere felici e come possiamo trovare la forza di diventarlo di nuovo o come non perdere la nostra felicità. Le mie foto racconteranno la bellezza della vita anche là dove sembra che non possa esserci altro che aridità. Cercherò di divulgare anche il sapere e la conoscenza di questo mondo, come proteggere il nostro pianeta e la vita stessa di chi è più debole di noi. Da soli siamo in pochi ma insieme siamo tutto. Spero che continuerete a seguirmi e a sostenermi in questo mio percorso di apprendimento per me e per voi e che mi aiutate a divulgare questo messaggio che voglio inviare. Il messaggio che prima dicevo sottovoce a me stessa, poi timidamente agli altri… e adesso, dopo tutte le testimonianze sentite… questo messaggio, lo urlo con gioia a gran voce e che sia la speranza di tutti, per tutti e che possa dare gli strumenti per prendere le redini della propria vita e farne un capolavoro.”

I Soci, giovani e genitori, partecipano alla discussione sull’esperienza di Sara proponendo la loro personale esperienza attraverso la risposta a queste domande:

1) c’è un’esperienza fondamentale che ha modificato il corso della mia vita?

2) come ho risposto a quell’avvenimento?

3) mie impressioni sulla storia illustrata da Sara.

Le risposte e il relativo commento da parte del Presidente verranno presentati nelle NEWS del sito www.eumenidi.it.

Anche se non tutti abbiamo vissuto esperienze drammatiche che hanno stravolto la nostra vita, pur essendo persone senzienti che hanno bisogno di fare esperienze dirette della realtà per acquisire consapevolezza di noi stessi, tuttavia possiamo imparare dalle testimonianze credibili quali quelle offerte da Sara attraverso la parola e l’immagine fotografica.

Attraverso di lei abbiamo condiviso vicende drammatiche di cadute e di rinascita che hanno dell’epico. Ma prima ancora dell’epica c’è la poesia che è bellezza dell’essere: essa abita in ognuno di noi, per quanto ognuno possa essere abitato anche dalla percezione del disagio fisico, emotivo e spirituale.

L’atmosfera che respiriamo – mi riferisco a tutti, ma in particolare ai giovani – è quella dell’homo infirmus, l’uomo ammalato o comunque fragile, obbligato dalla passività della sofferenza a essere “paziente”. Questa supposta debolezza, alimentata dal pensiero dominante, non consente la cura di sé, indebolisce e distorce l’immagine della persona, spostando l’attenzione dalla profondità alla superficie (la forma e le fragilità del corpo).

In tal modo la persona, il giovane, l’homo infirmus,  non può sviluppare un amore sano per se stesso e resta alla mercé del giudizio e dello sguardo (malevolo) altrui.

Il lavoro clinico, le esperienze di bellezza e di amicizia, lo sforzo di crescita culturale che effettuiamo nell’Associazione Eumenidi contribuiscono a prendere consapevolezza dell’astuta falsità che ci vuole schiavi della paura, e ci spingono a vivere in piena libertà la bellezza dell’espressione della nostra personalità, con coraggio.

L’esperienza vissuta da Sara e dalle persone cui ella ha dato volto e voce conferma che ciò è possibile.

 

17 SETTEMBRE

Partendo dall’ ascolto della coinvolgente ed intensa testimonianza di Sara Stojkovic, sono state poste alle Giovani e ai Genitori le tre riflessioni seguenti:
1) C’ è un’esperienza fondamentale che ha modificato il corso della mia vita?
2) Come ho risposto a quell’ avvenimento?
3) Mie impressioni sulla storia illustrata da Sara .

1) In relazione al primo quesito:

• alcune delle Ragazze hanno evidenziato come il disturbo alimentare -al quale, in qualche caso, è seguita l’ospedalizzazione -sia stato per loro un evento stravolgente, che ha deviato bruscamente il corso della vita: facendo ‘toccare il fondo’. Parimenti hanno aggiunto che la malattia ha permesso di attuare un percorso di rinascita: resa possibile dalla riscoperta del vero sé, dalla conoscenza della vera bellezza, dall’ incontro con Dio. Altre Ragazze hanno riscontrato essere state esperienze fondamentali le malattie di congiunti stretti o eventi familiari drammatici; altre hanno invece menzionato avvenimenti riguardanti incontri significativi (con l’Associazione, la realtà parrocchiale, il fidanzato..) o la scoperta diretta di realtà sociali complesse e profondamente diverse da quella Italiana.

• parecchi Genitori (sette) del nutrito gruppo presente, a loro volta, hanno indicato come il disturbo della/del figlia/o abbia costituito un punto critico imprescindibile, il ‘punto zero’ di inizio di una nuova vita e di una svolta: “nulla di ciò che era è rimasto com’ era, l’intero corso della vita è mutato”. “Non avrei mai pensato che succedesse a me, a noi..”
Viene anche evidenziato, da alcuni di loro, il processo catartico conseguente a questo evento “sono rinata dopo il dolore, attraverso il dolore”.
Quattro genitori hanno invece designato l’esperienza della genitorialità come evento determinante “ha cambiato la mia vita, che prima era concentrata principalmente su me stessa (..) è cambiato il mio modo di pensare e di comportarmi..”.
Come le Ragazze, anche alcuni Genitori hanno indicato come momenti cruciali sia malattie proprie / di stretti congiunti sia incontri significativi, che hanno svelato un nuovo modo di concepire se stessi e la vita.

2)

• La reazione delle Giovani all’ avvenimento è stata caratterizzata da due fasi differenti; inizialmente le sensazioni dominanti sono state rigidità, chiusura, autocompatimento, paura, diffidenza, non accettazione: per il “dolore emotivo”, che accompagnava l’ esperienza stessa.
In seguito, il desiderio e la volontà di reagire e fidarsi hanno prevalso: ciò ha consentito di mettersi in gioco affrontando gi imprevisti, sviluppando consapevolezza e ricercando nuovi significati esistenziali. Alcune Ragazze rilevano che il percorso per uscire dal disturbo è “lungo” e “non ancora terminato”, ma che il lavoro sul proprio io interiore ha permesso consapevolezze nuove e la creazione di un nucleo più solido a cui poter fare riferimento. Dalle risposte si avverte anche che non tutte le Giovani si percepiscono allo stesso livello di benessere: c’è chi esterna di sentirsi ancora ‘nel disturbo’, alla ricerca di un equilibrio sufficientemente stabile.

• I Genitori, riferendosi soprattutto al disturbo alimentare del/la figlio/a hanno espresso reazioni caratterizzate da tappe molto simili:
– un iniziale senso di profondo smarrimento ( “ ..il mondo mi è crollato addosso..”, “.. non avrei mai pensato che succedesse a me..”), identificato da termini come “confusione”, “rabbia”, “incomprensione”, “spavento”, “preoccupazione”;
– una seconda fase, caratterizzata da accettazione (..”non ho opposto resistenza, nonostante mi sia sentita invasa da uno tsunami..”);
– un terzo momento, di attivazione delle risorse, quali: desiderio e ricerca di comprensione del problema e delle sue possibili soluzioni; fiducia nel terapeuta/team terapeutico; attenzione sul presente; forza di sopportazione, capacità di attesa, determinazione; speranza, fede (“..ho sempre visto la luce in fondo al tunnel, anche quando era un lumicino invisibile..”); responsabilità del ‘prendersi cura’; focalizzazione sull’ unione della coppia (“..ho capito che il rapporto con mia moglie sarebbe stato fondamentale per farcela..” ), della famiglia e della comunità; attenzione.
Questi passaggi si sono rivelati tappe fondamentali per un cammino di guarigione e crescita interiore, spostando anche le prospettive esistenziali (“non considero più me stesso al centro del mondo..”, “..sono mutate le mie priorità e le mie prospettive sulla vita..”). Per concludere con la condivisione di un Genitore: “L’ esperienza ha messo il seme, la base per gli anni successivi: in cui tutto è mutato e RINATO”.

3)

• Le Ragazze hanno espresso commozione e intensa ammirazione verso la storia di Sara: ha colpito, in particolare, il suo coraggio e la sua determinazione nell’ affrontare le grandi difficoltà incontrate. Il racconto ha permesso meccanismi di proiezione e identificazione, la sua esperienza è risultata testimonianza credibile di insegnamenti e valori rilevantissimi che hanno apportato rinnovato vigore nell’ affrontare gli imprevisti e le difficoltà della vita.
“Sara, sei stata l’ esempio di rinascita. Una rinascita pura, bella, rara. Grazie per il tuo racconto. Farò tesoro di ogni tua singola parola”.

• Anche i Genitori hanno espresso molto coinvolgimento verso la storia di Sara (“..da campionessa di sport a campionessa di vita..”) e stima intensa per la sua autenticità e la capacità di affrontare i problemi con forza e speranza. Molta risonanza hanno avuto le riflessioni sulla LIBERTA’: sulle situazioni che ci ingabbiano subdolamente, nelle cui trame spesso ricadiamo senza accorgercene.
“La storia di Sara è un inno alla vita: non si può smettere di lottare, mai”.

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